mercoledì 30 ottobre 2013

È arrivato halloween!

Ed è finalmente arrivato halloween: una delle festività più famose degli Stati Uniti, che i bambini europei seguono con passione alla televisione da quando sono ancora troppo giovani per parlare, e fin da allora desiderano parteciparvi. E ovviamente, io ero tra quei bambini! E adesso che sono qui, appunto mi sento tornata una bimba di 10 anni! Appena vedo delle decorazioni di halloween impazzisco, questa settimana non riesco a studiare o a essere in alcun modo produttiva, vorrei solo essere fuori a fare trick or treat...e invece sotto questo punto di vista per ora ho un po' di disappunto. Sono due mesi che i negozi sono addobbati ad hoc (non scherzo, è dal primo di settembre che hanno cominciato...mi immagino per natale!) e che creano aspettative su aspettative, e adesso che è finalmente arrivato mi sembra che non stia succedendo abbastanza. Mi direte che non é ancora halloween, di portare pazienza, ma io vi rispondo: ehi, sono americani! Halloween qui il 31 ottobre è già finito, è tutta la settimana precedente che conta!
Per ora sono stata un po' delusa dalla festa di questo sabato: é stata fatta in un parcheggio vuoto. Cosa c'è di halloweenesco? Cosa c'è di spaventoso? La cosa più spaventosa erano i costumi orrendi di certe ragazze, che più che travestirsi avevano dimenticato di mettere i pantaloni! Nessuna ragnatela, nessun fantasmino appeso, nessuna decorazione...bellissima musica ma poteva essere una festa qualsiasi!
Ciò che va detto è che i costumi qui sono...sono diversi. In europa ancora pensiamo che halloween sia una festa in cui ci si veste a tema "horror"...non per spaventare necessariamente, anche in Italia è diventato un po' la fiera del porno, ma ancora la maggior parte delle persone si vestono da streghe o fantasmi. Lì sta la differenza con carnevale, no? Qui invece di strega non ne ho vista nemmeno una, sul serio. È molto più carnevalesco, anzi, ancora di più: è una gara a chi ha l'idea più originale. Ci sono personaggi storici di ogni tipo, da film, da cartoni animati, ci sono frutta e verdura, cantanti e comici...l'importante è essere originale e riconoscibile. Nel mio caso, molti non li ho nemmeno riconosciuti perché spesso sono personaggi famosi per la cultura americana, ma non oltreoceano. 
A fianco di questa vena molto originale, ce n'è un'altra che mi ha un po' intristito e sconvolto, soprattutto mentre impazzivo per trovare un costume che potessi effettivamente mettere per uscire di casa: se sei una ragazza in America che cerca un costume in un negozio, preparati a vedere la fiera del porno. Ogni costume ha la scollatura fino all'ombelico e la gonna che finisce ad altezza chiappa (non sotto, proprio lì...). C'è la sexy infermiera, c'è la sexy soldatessa, c'è la sexy poliziotta, e c'è persino la sexy monaca. Non c'è limite al sexy! 
Io non voglio essere all'antica, ma davvero non mi spiego per quale motivo halloween debba essere una scusa per uscire nuda. Io sono la prima ad essermi vestita da cat woman sexy qualche anno fa, ma almeno quando mi piegavo non mi si vedeva anche l'intestino.
Comunque sono scelte. Scelte che poi hanno conseguenze, come avrà capito quella ragazza che ho visto alla festa che si stava facendo mangiare la faccia e toccare tutta da un orribile Zorro, mentre la sua gonnellina da scolaretta sexy le era arrivata alle ascelle. Povera ragazza! ;)
Dal canto mio io ho comprato una parrucca viola e un cappello da strega (si lo so sono scontata, ma davvero non sapevo più cosa fare per non spendere 50$ e non vestirmi da prostituta minorenne) ed ero bellissima! E adesso aspetto con ansia le altre feste in programma e qualunque altra cosa in cui io possa partecipare per approfittare a pieno titolo dello spirito americano di halloween! La cosa che vorrei fare più al mondo è andare casa per casa a fare dolcetto o scherzetto...lo so che ho 20 anni e non sono più una bambina, ma insomma non è colpa mia se non ho passato la mia infanzia qui...ho diritto a recuperare! Devo solo trovare qualcun'altro che sia matto come me (e che non abbia dignità come me!) e unirmi a qualche gruppo di bimbi per farlo! Forse sarebbe un buon momento per iniziare a fare la babysitter...
Per ora ho fatto la mia bellissima e originalissima zucca di halloween, che adorna la porta della mia camera senza, purtroppo, una candela dentro (non ce l'ho, e mi è stato anche detto che non la posso tenere accesa per motivi di sicurezza...quanto sono fissati!). 
Il resto ancora non si sa...per adesso,

HAPPY HALLOWEEN!!!!! :)




mercoledì 9 ottobre 2013

I'm also a photographer :)

Here are some pictures I took around the college and at the beach...seems like I'm starting to take some nice shots with my amazing fully manual camera...enjoy them :)




















C'è erasmus ed Erasmus...

Recentemente mi sono ritrovata a pensare molto a ciò che sto facendo qui, a come la mia vita sia cambiata, a ciò che sto imparando, e anche a come sto cambiando io.
Mi ritrovo conseguentemente a pensare anche ai miei obiettivi, di cui ho già parlato, e a chiedermi se dopo il primo mese qui li sto realizzando in qualche modo oppure no.
Devo iniziare dicendo che tutto ciò che sto vivendo qui si sta rivelando molto diverso da come me lo ero immaginato. Non migliore, non peggiore, ma diverso. Alcune cose me le aspettavo migliori, o almeno più facili, altre mi hanno piacevolmente sorpreso nel loro essere totalmente inaspettate. Tra queste ultime ci sono tra l'altro molte cose relative al college in sé: le lezioni e il loro essere dirette, pratiche, concrete, interessanti. Le possibilità sociali e di svago che sono offerte qui, come i club, le lezioni di cucina, le feste a tema, sempre diverse e interessanti, o le gite. Le mense, che sono davvero dei ristoranti self service, ognuna diversa e ognuna unica, con la serata sushi, la serata tacos, la serata spaghetti. Le lezioni di lingua (nel mio caso spagnolo), che sono integrate da film, eventi organizzati degli insegnanti, tavolate a pranzo o a cena in cui si parla solo in un determinato idioma. Tutte cose fantastiche e impensabili in Italia. Tutte cose che mi stanno davvero "cambiando", che stanno migliorando le mie abilità comunicative, sociali, di integrazione, di esposizione in pubblico, etc. 
Ma tante cose sono più difficili di come me le aspettavo. Dai racconti dei miei amici, tutti rigorosamente Erasmus nel senso stretto del termine, che hanno cioè trascorso un periodo di studio all'interno dell'Unione Europea, questa esperienza sembrava una festa unica e un delirio inenarrabile. A volte SOLO questo, e vedendo le loro foto o sentendo i loro racconti mi chiedevo se stessero effettivamente apprendendo qualcosa, se dopo i party e le sbronze si sentissero in qualche modo arricchiti come avrebbero dovuto sentirsi.
Io non ero in cerca di questo, anzi un po' mi spaventava perchè non sono proprio il genere di persona a cui piace sbronzarsi ogni giorno e fare ogni sera una cazzata diversa, ma in qualche modo me lo aspettavo. E arrivare qui e scoprire quanto la faccenda fosse diversa mi ha parecchio sorpresa!
Qui è effettivamente un delirio, lo ammetto: quasi ogni sabato sera ci sono una o più ambulanze davanti ai party, perchè puntualmente qualche freshman (studenti del primo anno) esagera un po' con l'alcool e finisce col farsi male...o con l'andare in coma etilico. Ma la MIA esperienza in questo campus, e come me quella di tutti gli altri exchange con cui ho parlato, non si sta rivelando così delirante. Anzi arrivando dall'Europa, dove possiamo bere a 16 anni e le feste iniziano a mezzanotte e finiscono all'alba, stare qui a bere di nascosto nei dormitori qualche bicchiere di birra e a tornare dai party all'1 nei weekend ci sconvolge un po'. E' come se le nostre aspettative, qualunque esse fossero, in nessun caso si stessero rivelando confermate.
E non c'è solo questo...se vai in Europa, qualsiasi posto in Europa, incontri per la maggior parte europei...ci sono gli altri studenti Erasmus, dall'Europa, e i cittadini della città in cui ti trovi, europei. Se hai qualche altra finestra sul resto del mondo, che è ben grande, è più un caso che una regola.
Qui avviene il contrario: sono l'unica italiana; non c'è nessuno spagnolo; 3 tedeschi, 3 francesi, 3 inglesi (lo so, sembra una barzelletta); e poi ci sono un'infinità di asiatici, sudamericani, australiani, e chi più ne ha più ne metta. E non solo: gli americani stessi vengono da ogni parte del mondo! Ed è incredibile vedere come le loro origini gli rimangono incollate addosso, fanno parte della loro cultura, sono davvero un melting pot. E' perfettamente normale qui che quasi ogni persona con cui parlo mi dica di avere origini italiane. E se non è Italia, è un altro posto, ma non l'America. E' una cosa che trovo davvero incredibile, e bellissima. Ma questo comporta delle difficoltà. E non poche! In Europa facciamo tutti parte di una cultura "simile": ognuno ha le sue differenze, ma è come se fossimo fatti di una pasta simile. Il resto del mondo non è così, e interagire con un giapponese, o con sudafricano, o con un cinese, o con un australiano...comporta delle difficoltà. Nemmeno saprei dire quali, davvero, è complicato da rendere a parole. Ma è qualcosa che senti, e non puoi fare a meno di notare.
Un'altra cosa che mai mi sarei aspettata è il carico di studio qui. Chi mi conosce non potrebbe mai crederci ma io, la regina delle sgobbate, la maga del cazzeggio, mi ritrovo a studiare quasi ogni sera fino all'1. Non che studi tutto il giorno, da quando finisco le lezioni a quando inizio a studiare passano molte ore. Ma con il fatto di finire lezione alle 4, cenare alle 6, riposare fino alle 8, avere sempre qualcosa da fare dopo...alla fine sì, mi ritrovo all'1 che ancora scrivo papers in inglese o in spagnolo. Nessuno, e dico nessuno che abbia fatto l'Erasmus mi ha mai detto di aver fatto lo stesso. Anzi di solito le parole "Erasmus" e "studio" non vanno tanto d'accordo.
Io dal canto mio, nel MIO Erasmus, le sto davvero vivendo tutte. Le feste, le nuove amicizie, la vita "esotica"...ma anche lo studio, lo stress, le difficoltà interculturali. Non ci sono sconti, per avere il bello devi anche passare attraverso il brutto. E sto davvero sperimentando tutto ciò che significa il termine EXCHANGE, scambiare...non tanto scambiare il mio posto con quello di un altro, ma scambiare la mia vita con una completamente diversa. Non una vacanza, non una fuga dalla mia realtà all'insegna delle feste e del cazzeggio, ma una vera immersione, con tutto quello che comporta.
Se sto realizzando i miei obiettivi, dunque? Diciamo che ci sto lavorando, in modo serio...