giovedì 5 settembre 2013

Shopping di lezioni

Come è ben noto grazie a numerosi film e serie televisive, il sistema scolastico americano è piuttosto diverso da quello italiano (in generale da quello dei paesi europei): da noi andare all'università significa scegliere un corso di laurea che ti piace e seguire le lezioni preimpostate, sia che siano o meno di nostro gradimento, sia che le reputiamo utili o no. Se vogliamo prendere lezioni di chitarra, o di fotografia, o di danza...dobbiamo farlo dopo le lezioni, nel tempo libero. Non c'è nulla di strano, ci siamo abituati. 
Ma per l'altra metà del mondo, le cose funzionano in modo totalmente opposto: l'università è un enorme contenitore in cui far convergere materie "classiche", materie "alternative", e...altre che non oso nemmeno chiamare materie! Qui non si sceglie un corso di laurea, si sceglie un major. Un major altro non è che una vaga indicazione di cosa scegliere tra tuoi corsi universitari: per esempio, se uno volesse fare un major in economia, probabilmente dovrebbe obbligatoriamente scegliere almeno una materia matematica, compresa entro un'ampia gamma di scelta, una economica, una storica e una sociale. In 4 anni. E il resto? Lo potrebbe riempire come gli pare, letteralmente! Gli studenti non seguono in media più di 4 o 5 materie da un credito l'anno (no, non correte a cercare borse di studio per gli Stati Uniti, 1 credito americano vale quasi 10 nostri come mole di lavoro...credetemi). Queste materie non facenti parte del loro major possono essere di ogni sorta: tra gli esempi più simpatici, c'è una classe di make up, un corso di danza, corsi di yoga, di musica, di fotografia...ci sono anche cose dai titoli assurdi che ancora mi chiedo cosa possano riguardare!
E' quello che loro, almeno qui al Pitzer College, chiamano Breath of Knowledge: la conoscenza e la cultura sono date dalla somma di tante abilità diverse e non sempre collegate, e il modo migliore di crescere come persona, anche per il futuro lavoro, è quello di provare un po' tutto, in modo da riuscire a capire cosa veramente si vuole,
Personalmente, è un concetto che trovo meraviglioso! In Italia funziona in modo diametralmente opposto: la scelta libera è ridotta al minimo, diciamo un corso all'anno, che deve essere comunque collegato con il tuo piano di studi. E tu esci dal liceo con una conoscenza minima di come sia il mondo, la vita, il lavoro, e ti ritrovi a dover scegliere già con ragionevole sicurezza quale sarà il tuo futuro.
Per me questa è stata una tragedia, perchè ho scelto in maniera abbastanza casuale qualcosa che mi desse un inquadramento generale su più fronti (andando quindi a perdere in profondità su ciascuno) e ritrovandomi alla fine del mio percorso senza avere la minima idea di cosa fare dopo. Solo perchè non ho mai potuto provare! Se avessi fatto l'università qui, probabilmente avrei fatto comunque un major in economia o qualcosa del genere. Ma poi avrei provato anche biologia, e informatica, e sociologia, e psicologia...e perchè no, fotografia e danza. E ora saprei se tutte queste cose mi piacciono o meno, e saprei forse anche quale mi piace più di tutte, in modo da sceglierla. 
Ma non è tutto oro quel che luccica: non sembra così scontato, ma all'aumentare ingente della possibilità di scelta aumenta anche parallelamente la difficoltà di farlo. Ci sono migliaia di studenti nel college e certe materie sono chiaramente molto più appetibili di altre. Per cui riuscire a scegliere e seguire ciò che davvero si desidera è praticamente una corsa all'oro: una gara al click più veloce, dal momento preciso in cui aprono l'accesso al sito per la registrazione. Nel caso dei poveri studenti del primo anno poi, e purtroppo anche di noi exchange, diventa anche un po' un terno al lotto, perchè tutti gli studenti di anni superiori (fino al quarto, cioè) hanno la possibilità di registrarsi ai corsi già dalla fine dell'anno precedente. Consierando che sono i 3/4 della popolazione studentesca del college, a noi è rimasta davvero poca scelta.
Ma poi, fosse solo questo! Gli americani amano proprio complicare la vita e inserire quante più regole possibile ovunque: non solo il corso, che ha un numero massimo di posti, deve essere ancora "aperto", ma spesso ha dei prerequisiti, oppure è aperto solo per gli studenti di un certo college, oppure, cosa peggiore, necessita del permesso scritto dell'insegnante per poter essere inserito nel piano di studi. Quindi la cosa diventa davvero delirante, perchè è tutto un raccattare corsi disponibili di qua e di là, mentre si aspetta che due o tre prosessori rispondano alla richiesta per classi chiuse, o mentre si va a fare "shopping" di corsi per capire quale sia il migliore. Ah, e nel frattempo bisogna anche cercare di non creare sovrapposizioni, tra le materie effettivamente inserite ma anche tra quelle potenziali! perchè tendenzialmente quasi tutti i corsi sono tra le 10 del mattino e le 4 del pomeriggio, dal lunedì al giovedi: la mattina e la sera, così come il venerdì, hanno solo qualche sporadica lezione qua e là. Meglio? Mica tanto...se vuoi seguire 6 corsi, nel tuo iniziale periodo di shopping, e 4 di loro si sovrappongono...tanti auguri!
Diciamo quindi che non è affatto facile: è abbastanza stressante e complicato come sistema. L'estrema libertà ha i suoi svantaggi. Ma non voglio essere falsa: trovo che tutti i problemi e le difficoltà del mondo non riescano comunque a togliere nulla a questo sistema meraviglioso. Qui materie come fisica e danza, musica e ingegneria, matematica e filosofia del linguaggio hanno lo stesso valore, la stessa dignità. Ognuna contribuisce a creare l'individuo-studente nella sua completezza e unicità. E credo che nessuno studente possa uscire di qui senza sapere se è bravo in quello che ha scelto di fare poi: hanno già provato un po' tutto, sperimentato, scoperto nuove passioni e sbagliato in modo madornale. Sono completi. Nessuno di loro ha bisogno di sapere a 18 anni se vuole diventare medico, o avvocato, o pittore o fotografo. Lo scopriranno piano piano, crescendo.

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