domenica 8 settembre 2013

Homesickness...o solo inadeguatezza



C'è qualcosa di cui nessuno studente erasmus/exchange parla mai nei suoi racconti, cioè del fatto che gli possa essere mancata casa sua. Non saprei dire il perchè, ma è davvero così, insomma li vedi sempre pubblicare foto bellissime su facebook, quando li senti ti dicono che è tutta una figata, quando tornano non fanno altre che dire che vorrebbero essere ancora là. Quindi non è difficile no? Se tutti partono e nessuno si trova male o almeno si sente solo, vuol dire che è facilissimo!
Poi però c'è l'altra "voce" sull'erasmus/exchange, la voce cioè di chi queste esperienze le organizza o le vive come tutor, assistente, o comunque come "esterno" coinvolto. Questa voce sostiene con convinzione che un esperienza del genere ti cambia perchè impari ad affrontare le difficoltà, a gestire la solitudine, a tirarti su da solo...quindi questi cambiamenti e queste sfide sembrano presupporre una difficoltà di fondo no? Addirittura c'è gente che queste cose le studia, non so se siano psicologi, antropologi o che altro, e hanno teorizzato un vero e proprio grafico dell'andamento dell'homesickness. Ne ho trovato uno in internet che è molto simile a quello che ci hanno fatto vedere qui, durante i primi giorni di orientamento:

http://web.viu.ca/studyabroad/departsmart/modules/whileaway.htm
Il grafico mostra chiaramente come al periodo pre partenza, da tutti confermato come un periodo di alti e bassi, di confusione e di indecisione, segue un periodo di up, alla partenza e poi...uno quasi corrispettivo di down. E questo studio non è il risultato di un'analisi che riguarda, che so, uno studente su cinque. Ce lo hanno prospettato come una sicurezza, una certezza matematica, qualcosa a cui tutti devono andare incontro quando affrontano questo tipo di esperienza.
Allora, perchè non c'è nei racconti di nessuno? Perchè quando mi guardo intorno mi sembra di essere la sola? Non credo sia generalizzabile, molto fa il carattere, molto altro il tipo di compagnia che casualmente si incontra nel nuovo paese straniero, forse anche l'educazione o altre cose giocano un ruolo...non tutti dovranno affrontare questo grafico. Ma qualcuno si, per forza. E dove sta? Perchè si nasconde?

Ci nascondiamo tutti, in realtà...anche io stessa certi giorni vorrei solo chiudermi in casa e piangere, ma poi, quando esco, sorrido, faccio finta di niente, dico che sto bene...dopo un po' inizio anche a divertirmi, certo, ma continuo a sentire quel vuoto che mi dice che qualcosa non va, che questo non è il mio posto. Non so se chiamarla Homesickness, o "nostalgia di casa", perchè in realtà non è tanto casa che manca...si, vorrei un abbraccio della mia mamma, e un bacio del mio ragazzo, e le mie amicizie e la mia casa...ma più che altro ciò che fa male è quella specie di sensazione di malessere alla bocca dello stomaco, come quando sei nervoso, come quando non sei rilassato. Quella sensazione che ti fa stare sempre come una corda in tiro. E lo sei perchè ti senti fuori posto, perchè nulla di ciò che conosci e ti da sicurezza è lì con te, perchè ogni diavolo di cosa, anche trovare la carta igienica per il bagno, quando sei in un posto nuovo diventa difficile.
Vorrei solo che qualche studente che si trova lontano da casa e si sente male per questo leggesse il mio blog..se così fosse, e mi stai leggendo, voglio dirti che NON SEI SOLO. Non tanto perchè anche io mi sento così, insomma nemmeno mi conosci, ma perchè credimi, lo studente straniero nella stanza accanto alla tua in questo momento sta provando le stesse cose. Il grande problema degli esseri umani è che usiamo il dono della parola per i motivi sbagliati, la usiamo per lamentarci, per giocare, per ridere, per sfottere...mai per chiedere aiuto
Nel mio caso specifico, io mi sento ancora come nel pre partenza: oscillo continuamente tra l'alto e il basso, tra il "sì, che bello, qui è tutto fantastico" e il "cosa diavolo ci faccio io qui?". Un giorno su, e l'altro sotto terra. Avere il fidanzato a casa di sicuro non aiuta, probabilmente se non ci fosse mi butterei di più in nuove conoscenze, nuove cose, nuove esperienze...ma al momento sentirlo è una delle cose che più mi tranquillizza, perchè è l'unico con cui mi sfogo, e non riesco a pensare a stare senza la consapevolezza della sua presenza. Credo di essere una persona strana...vado molto d'accordo con poche persone, come se fosse una grandezza inversamente proporzionale: all'aumentare della gente la mia simpatia diminuisce. Non mi so più relazionare. E' sempre stato così, infatti nella mia vita non ho mai fatto parte del grande gruppo, ho sempre avuto la mia piccola schiera di amici secondo la filosofia del "pochi ma buoni". Però qui volevo essere diversa. Qui volevo semplicemente godermi tutte le esperienze nel modo più facile possibile. Invece mi sembra di trovare muri davanti a me: cerco di fare amicizia, di aprirmi, di invitare, e mi sembra che tutti abbiano già la loro vita, che non se ne facciano niente di me. E' così triste sentirsi soli, è così triste non sentirsi accettati. Per questo mi chiedo se la mia sia homesickness o se sia solo inadeguatezza. Forse come sempre mi forzo a fare cose per cui non sono pronta. Forse il mio carattere o semplicemente le attuali circostanze non mi permettono di godermi questa esperienza come dovrei. Forse dico così solo perchè è l'inizio, e ancora non so come si evolveranno le cose. 
Diciamo solo che per ora è così: il mio cuore è diviso a metà, una parte batte all'impazzata davanti a tutte le novità e tutte le sfide che sto affrontando, ed è felice e realizzata per aver avverato questo sogno. L'altra metà piange ogni volta che pensa all'Italia, e spera che questa esperienza, per quanto ricca e formativa, finisca in fretta. Non lo so come si evolverà, magari tra un mese sarà completamente diverso. Posso solo provare a viverla come viene. Nel bene o nel male, mi avrà insegnato tanto. Per ora, comunque, spero ancora che sia solo "nel bene".

5 commenti:

  1. Domani arriverà il mio I20 e comincerò le pratiche per il visto, ho scelto Boston college,pensavo di essere l unica a sentirmi così, grazie

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  2. Ciao Luisa, sono contenta che questo post ti abbia fatto sentire meglio, era ciò che speravo scrivendolo...in bocca al lupo, vedrai che andrà tutto benissimo, anzi TI AUGURO di avere qualche piccola difficoltà sul tuo percorso così che tu abbia davvero l'opportunità di crescere e imparare, perchè dalle cose facili non si impara niente purtroppo ;) se hai bisogno di chiarimenti su come richiedere il visto puoi leggere il mio post a riguardo, http://www.ragazza-valigia.blogspot.it/2013/06/come-affrontare-senza-problemi-il.html, potrebbe esserti utile!
    Goditi Boston, and remember...YOLO!

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  3. Mi sento esattamente così, ogni parola e situazione è super simile, sei riuscita a esprimere cose che penso ma che non riesco a esternare. Grazie
    Se posso chiedere, poi com'è andata a finire? Spero bene. Buona giornata!

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    1. io uguale sono qui da settembre ma faccio ancora molta fatica, mi sento la sola nel mondo a stare così

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    2. Non sei sola! È solo che c'è un tabu sullo stare male quando si è in Erasmus. Anche io, abituata a essere socievole e circondata di gente, mi ritrovo qui senza conoscere nessuno e a stare praticamente sola. Non capisco perché non si parla dell'Erasmus come di un'esperienza neutra
      e quindi esattamente come ogni altra cosa può essere bellissima o no. E invece, deve passare come l'esperienza più bella della tua vita, mettendo pressione a chi la vive normalmente o mal e facendoli sentire inadeguati. Ti sono vicina! Se mai mi leggerai, possiamo scriverci su Instaram per confrontarci :) (mi riferisco a marti)

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